C’è una novità nella politica Italiana : gli interessi convergenti di Lega e PD. Con l’appoggio di Confindustria, di Tv e giornali. Media sempre più legati alle banche.

Vasco Rossi si chiedeva “cosa succede in città” ? Noi , molto più modestamente, ci chiediamo cosa succede nei talk in Tv e sui giornali per come raccontano la politica?

Riepilogando : la Lega di Salvini viene definita xenofoba e razzista ma, alla fin fine, i leghisti sono valutati come gente in gamba, persone  serie ; i Cinque Stelle, invece, che si fanno carico dei problemi sociali e dei diritti sociali del 90 % della popolazione (lavoratori dipendenti, pensionati, disoccupati e precari, lavoratori intellettuali, la sorte degli ultimi, etc) , che tutti dichiarano a parole  di condividere in linea di principio, però, vengono additati come una aggregazione di veri fascisti e “sfascisti”, che complottano per abbattere la Democrazia in Italia e in Europa, e lavorano per disastrare l’economia italiana. Ne più ne meno, di quello che scandisce esplicitamente – ripetendolo ogni giorno – Silvio Berlusconi.

Lo dicono e lo ripetono nei talk-show a reti unificate : esponenti del PD, intellettuali con tanto di prestigioso pedigree come lo scrittore Carofiglio, big di Confindustria e (udite udite !!) i soliti sodali al servizio del solito Silvio Berlusconi. E purtroppo, anche, la stragrande maggioranza dei volti più noti del giornalismo italiano .

E poi la bomba delle bombe : la richiesta “ambigua” di una “larga autonomia regionale” da parte dei soliti furbi delle Regioni Lombardia e Veneto . In pratica, la “vecchia solfa” della Lega di Bossi, ma a cui stavolta si associa l’Emilia Romagna a gestione saldamente PD, per giunta ancora filo-renziana. Operazione, per cui, allo stato, spingono quei leghisti di provincia che mal sopportano Salvini ,  così sputtanando  la quotidiana comunicazione pubblica del “Capitano” e della “nuova” Lega “nazionale”,  che oggi non sarebbe più  legata esclusivamente all’interesse della secessione economica del Nord.

Adesso capite perché siamo partiti chiedendoci : cosa sta succedendo ?

Per attuare il programma di governo del M5S ci vogliono tanti soldi e tanto tempo. Non ci sono né gli uni (a meno di non entrare in rotta di collisione con l’UE che non è nei programmi dell’attuale governo, al di là della chiacchiere) né l’altro, perché ormai gli elettori vogliono vedere dei risultati in tempi brevi e non hanno più voglia di aspettare. Al contrario delle politiche antimmigrazione e securitarie di Salvini, che sono a costo zero e producono un impatto mediatico enorme.

Tutto ciò, nonostante le poche cose concrete (quello che poteva essere fatto nell’arco di otto mesi), pur con tutte le loro contraddizioni e limiti, fatte da questo governo (efficace legislazione anticorruzione, Reddito di cittadinanza, “decreto dignità” dissuadendo il proliferare dei contratti precari, possibilità di chiusura domenicale degli esercizi commerciali, etc.) siano state frutto dell’iniziativa del M5S e mal digerite dalla Lega.

Il fatto politico concreto è che la Lega (al di là della presenza di un notevole economista che fu di sinistra dello spessore indiscutibile di Alberto Bagnai e di taluni ragionamenti apparentemente di buonsenso di Salvini) non è affatto un partito “antisistema”. E’ una forza reazionaria di destra, che è programmata ancora per continuare di fatto a discriminare le popolazioni del Sud-Italia, ( al di là di ciò che declama), di fatto medio-liberista in politica economica, concretamente filoatlantica nel mondo, (con buona pace del recente scoop dell’Espresso sui soldi di Mosca a Salvini), politicamente ancora comunque legata al carro di Silvio Berlusconi (nonostante Salvini perda il suo buonumore solo appena se lo vede accanto). Non è un caso, infatti che, ufficialmente, ancora, la Lega è parte organica ed integrata della coalizione  del centrodestra.

Del resto, non sono certo le politiche e i programmi della Lega a spaventare le “oligarchie finanziarie” dominanti, se non fosse per il suo “misterioso” legame diretto con l’attuale amministrazione americana di Trump. Due esempi concreti ? Che fine ha fatto la proposizione di nazionalizzare il pacchetto di tratte autostradali a suo tempo (incomprensibilmente) regalate in gestione alla famiglia Benetton ? Oppure a che punto è il proponimento strategico di realizzare una banca pubblica nazionale e salvare l’agibilità delle “piccole banche del territorio” sfuggite alla prima riforma bancaria del Governo Renzi ?  Tanto per parlare di  due certi e testardi fatti.

Perché tanto livore diffuso sui media contro i Cinque Stelle e tanta indulgenza nei confronti della Lega ?  Perché, non è certo l’appartenenza della Lega all’asse Trump-Bolsonaro-Netanyahu-Orban che può impensierire i poteri finanziari forti di Bruxelles, Berlino e Parigi. Anzi un Italia futura, governata ancora da un centrodestra, stavolta, a guida leghista, verrebbe considerato un fattore di stabilità (né più e nemmeno di quanto non lo sia il centrosinistra a guida PD, qualsiasi segretario ne prenda le redini) e non certo un segno di rottura rispetto all’attuale assetto neoliberista e filoamericano che connota l’attuale conduzione Governativa della UE.

E’ un dato di fatto che il ceto sociale trainante della Lega è costituito infatti da una media borghesia imprenditoriale del nord che non solo non ha nessuna intenzione di andare ad una rottura traumatica con l’attuale mercato neoliberista europeo, ma ha tutto l’interesse contingente – per miopi ragioni economiche e commerciali di corto raggio – a rafforzare il legame con quelle Nazioni dell’Europa centrale con le quali è in affari. Le stesse che non perdono mai occasione per mettere in difficoltà tutta l’Italia in sede UE.

Il SI risoluto alla TAV della Lega (che vede la affannosa e sempre misteriosa convergenza del PD) e la battaglia da sempre sostenuta (fu la ragione per cui nacque) per dare una “autonomia differenziata” (ed extra-costituzionale) alle regioni più ricche del nord –  e di fatto separarle dal resto dell’Italia  – entra oggettivamente in rotta di collisione con il programma e con gli interessi sociali (obtorto collo) comunque rappresentati dal M5S.

Ma il punto è anche, e soprattutto, la politica estera ( vedasi il sostegno al fantoccio golpista venezuelano, il massone autoproclamato Presidente Guaidò). Spudoratamente, e vergognosamente, sostenuto da tutti i governi occidentali con l’eccezione di quello italiano (grazie al M5S che ci ha messo una pezza) che vede una sostanziale convergenza con il PD, e naturalmente con Forza Italia.

Ma il vero avversario di Berlusconi – così come del PD – non è affatto la Lega, bensì il M5S. Che rappresenta tutto ciò che Berlusconi, da fedele liberista filoamericano qual è, da sempre, combatte. Stesse identiche ragioni, in fondo, anche per il PD. Con l’aggravante che il M5S è quello che gli ha pure sottratto quasi metà del suo elettorato, mettendolo così all’angolo.

Per queste ragioni abbiamo assistito alle reazioni trionfalistiche sia del centrodestra che del centrosinistra (nonostante quest’ultimo sia stato sempre sconfitto) in seguito al crollo del M5S nelle elezioni regionali in Abruzzo e Sardegna.

L’obiettivo delle forze autentiche del Sistema neoliberista ( PD e Berlusconi) è quello di tornare a quella finta dialettica che oppone (si fa per dire)  centrodestra a centrosinistra. Di fatto del tutto intercambiabili, togliendosi dai piedi il M5S. Cioè, quella forza politica che, pur fra mille contraddizioni e limiti (il M5S non è certo una forza politica nè organizzata nè socialista) si trova per ragioni oggettive – e anche al di là della volontà del suo gruppo dirigente – a costituire un elemento di disturbo rispetto all’attuale ordine politico continentale.

Gli attacchi in sede europea, anche con offese personali, al Primo Ministro Conte sono in realtà diretti al M5S che rappresenta istanze sociali e politiche (in primis l’essersi rifiutati di accodarsi al coro belante che chiede la testa del “dittatore Maduro”) che “sono” un fattore di disturbo rispetto a quegli “equilibri” e quelle “compatibilità” che invece dovrebbe avere una forza politica “responsabile” che è chiamata a garantire in automatico la famosa “governance” di marca neoliberista in Italia.

Il fatto, dunque, che Lega e M5S siano tuttora al governo assieme, non deve trarci in inganno. Lega, PD e Forza Italia, hanno lo stesso obiettivo: finire di logorare il M5S per riportare la dialettica politica sui vecchi e più rassicuranti binari (per i poteri finanziari internazionali) che ben conosciamo.

Quando succederà ? La data di scadenza non è importante, né pare prossima . Per il Sistema Finanziario internazionale è importante che la Politica italiana – appunto la sua governance – torni, perciò, alla logica del “teatrino” dell’alternanza tra schieramenti contrapposti : centrodestra e centrosinistra. Solo apparentemente alternativi (politicamente e ideologicamente) ma, in realtà, funzionali e organici all’ordine sociale e politico neoliberista.

La TAV, gli esiti della gestione del Reddito di Cittadinanza, l’ “Autonomia differenziata” delle regioni del Nord a danno di quelle del Sud, la posizione internazionale sulla crisi del Venezuela, perciò, saranno i temi del vero banco di prova della credibilità del M5S, partito purtroppo privo di una classe dirigente strutturata . Che non potrà retrocedere di una virgola. Pena la sua estinzione : prima politica e poi elettorale .

 

 

Un pensiero riguardo “C’è una novità nella politica Italiana : gli interessi convergenti di Lega e PD. Con l’appoggio di Confindustria, di Tv e giornali. Media sempre più legati alle banche.

  • Marzo 1, 2019 in 7:44 pm
    Permalink

    Se scompare il m5s con tutti i suoi difetti, la colonizzazione del Paese o gran parte di esso, è prossima.

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *