Lo smog provoca danni “in tutti gli organi del corpo”. Una ricerca internazionale, pubblicata dall’autorevole rivista Chest e rilanciata dal quotidiano inglese “Guardian”, collega l’inquinamento dell’aria ad una lunga serie di patologie in impressionante aumento statistico : dalla demenza alle malattie cardiovascolari, dall’infertilità al diabete. E siamo solo all’inizio……….
Tutti sanno che l’inquinamento atmosferico fa male. Ma non esistevano ancora studi e ricerche internazionali che avessero appurato scientificamente fino a che punto; almeno finora. La risposta ora è da brividi: nessun organo e nessuna cellula del nostro corpo può considerarsi al sicuro. Il quadro, devastante, arriva da un nuovo studio internazionale pubblicato sulla rivista Chest, che sulle acquisizioni di circostanziate evidenze scientifiche, è giunto alla conclusione che lo smog può provocare danni praticamente a ogni cellula del nostro corpo, dagli organi interni alla punta delle dita.
La ricerca, rilanciata in esclusiva dal Guardian, mostra che l’inquinamento atmosferico è responsabile di tutta una serie di disturbi: dalle malattie cardiache a quelle polmonari, dal diabete alla demenza, dai tumori alla fragilità delle ossa. Non solo: la tossicità dell’aria influenza negativamente anche la fertilità, lo sviluppo fetale e quello infantile.
Lo studio si focalizza sui danni sistemici provocati dallo smog. “Le polveri sottili passano attraverso i polmoni, li colpiscono lentamente in modo inesorabile, lì vengono facilmente prelevate dalle cellule e trasportate dal flusso sanguigno esponendo al pericolo virtualmente tutte le cellule del corpo”, spiegano i ricercatori del Forum delle Società Respiratorie Internazionali.
L’inquinamento atmosferico è “un’emergenza sanitaria pubblica”, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, a cui è esposto il 90% della popolazione mondiale. Secondo le stime condotte, l’inquinamento è responsabile di 8,8 morti premature all’anno – il doppio rispetto a stime degli anni precedenti – un primato che lo rende un killer ancora più efficace e devastante rispetto all’uso giornaliero del tabacco.
La valutazione di tutti gli esiti dell’impatto di una parte dei fattori inquinanti su molti disturbi di salute rimane ancora accertare. Tuttavia, lo studio ci suggerisce che il già acclarato danno cardiaco e polmonare sono solo “la punta dell’iceberg” del fenomeno. L’inquinamento atmosferico può danneggiare acutamente, oltre che cronicamente, praticamente ogni organo del corpo, concludono i ricercatori. Il professor Dean Schraufnagel dell’Università dell’Illinois di Chicago ha commentato : “Non sarei sorpreso se qualcuno degli organi umani che per ore mancano nell’elenco di quelli individuati nello studio condotto , probabilmente è perché bisogna ampliare lo spettro delle ricerche specifiche”.
“Lo studio è molto forte”, ha commentato la dott.ssa Maria Neira, direttore dell’OMS per la salute pubblica e ambientale: “Si aggiunge alle prove molto pesanti che abbiamo già. Ci sono più di 70.000 articoli scientifici che dimostrano come l’inquinamento atmosferico stia danneggiando la nostra salute ”. Nel prossimo futuro altri problemi come il Parkinson o l’autismo potrebbero rivelarsi più connessi all’inquinamento atmosferico di quanto immaginato finora.
Mese di Maggio con METEO PAZZO . Pare che LA PIOGGIA E IL MALTEMPO NON abbiano NESSUNA INTENZIONE DI ABBANDONARCI . Gli ultimi 40 anni di “sviluppo economico” hanno creato un ECOAMBIENTE INFAME. OLTRE AGLI EVENTI CATASTROFICI che vengono PREDETTI DAGLI ESPERTI, IL CAMBIAMENTO CLIMATICO HA UN EFFETTO MOLTO PIÙ TANGIBILE: ritorna l’influenza, L’AUMENTO delle ALLERGIE E lo sfasamento stagionale DELLE TEMPERATURE. L’INQUINAMENTO, porta la diffusione delle RINITI E l’ASMA. Ora esplodono ANCHE LE MALATTIE TROPICALI TRASMESSE DA INSETTI CHE IN PASSATO oltre a viaggiare di meno NON SAREBBERO mai SOPRAVVISSUTI AI NOSTRi INVERNi Europei. Ma quando arriva stò benedetto caldo? Dicono che DOVREBBE ESPLODERE ENTRO FINE MESE, INTORNO AL 23-24 MAGGIO …
Sballa tutto. Le nostre aspettative ed i nostri ritmi di vita. La politica come l’economia. L’opzione di un nostro possibile buon umore , se ti svegli la mattina, con l’orologio biologico che dice “primavera/estate” ed invece vedi le strade allagate e dodici gradi ti perseguitano. Un freddo boja. Devi indossare un giaccone pesante. Il piumone a letto lo devi o no rimettere ?
Il calendario segna maggio, ma i termometri suggeriscono novembre. Siamo nella terza settimana di primavera, ma fa freddo e nevica come solitamente accade in pieno inverno. Non succedeva da ben 62 anni. Cioè dal 5 maggio 1957 quando l’intera Penisola venne investita da una massa di aria artica che portò nevicate fino a quote basse al centro nord e fino a quote di bassa montagna al sud.
In Lombardia grandina, a Forlì sulla riviera di Romagna esondano i fiumi: in molti, con il prolungato e insolito maltempo di questa primavera, si aspettano ora un’estate bollente e qualcuno già si sbilancia nel prevedere una «bomba di calore» africana a fine mese, con picchi di oltre 40 gradi nel Mezzogiorno.
Intanto, Il sito dell’Aeronautica militare, il più attendibile, correttamente non si sbilancia più in previsioni oltre i 3 giorni. Si spera in una imminente esplosione del beltempo, in particolare dal 23-24 maggio. Ma i cambiamenti climatici ci hanno abituato negli anni a sorprese dell’ultimora, quelle che hanno trasformato il meteo e, di conseguenza, la nostra vita quotidiana in una altalena.
L’altalena climatica dello shock caldo/freddo ci cambia la vita
Insomma, alla fin fine, non è il freddo che fa paura : ma è l’altalena quotidiana, o peggio pluriquotidiana, che ci stressa. Ci sentiamo sottoposti senza il nostro consenso come dentro il trattamento di una clinica psichiatrica all’inizio del ‘900 . Appunto l’altalena shock caldo/freddo. Anche nel giro di poche ore, pure con differenze di gradi dai 6 ai 14. Tutto questo incide sull’umore e sul comportamento della gente. Crea tristezza. Comunica instabilità. Sottolinea il senso di precarietà che il sistema liberista vuole imporci. Nel lavoro, come negli affetti o nelle relazioni sociali.
Gli esperti in meteo ci spiegano “tecnicamente” che si tratta di un « anomala ondata di gelo che è arrivata sul nostro Paese dal circolo polare artico». Un fenomeno molto raro in questa stagione: è l’inversione della circolazione del cosiddetto «vortice polare», l’area di bassa pressione che si trova sull’Artico. In condizioni normali, le correnti si muovono da ovest a est. Questo andamento consente all’aria che proviene dall’Atlantico di mitigare il clima in tutta l’Europa. Ma se la circolazione si inverte, come sta avvenendo adesso, l’aria mite viene bloccata e le correnti artiche hanno via libera. Così, crollano le temperature e ci ritroviamo in pieno Inverno.
Il mio amico scienziato dell’olio di Menfi (che è stato un fiore all’occhiello del CNR a livello europeo), che da sempre con gli ulivi è come ci parlasse, mi chiama sconsolato . “Gli ulivi soffrono – mi dice- Vivono di un clima secco a maggio, per la lor imprescindibile ed atavica o impollinazione. Ed invece, si ritrovano spiazzati in un maggio umido che rischia non solo di sballarli ma anche di corroderli. Piove troppo, fuori tempo, e fa troppo freddo. Non so dirti quanto tutto ciò potrà incidere sulla loro vita futura. Che cazzo di altalena criminale ! ”
E’ inutile girarci attorno. La causa di tutto ciò sono i cosiddetti cambiamenti climatici, che si avviano ad collocarsi fuori da ogni possibile previsione o controllo. L’altalena climatica che viviamo, è anche figlia di un innaturale rimescolamento geoeconomico di ciò che coltiviamo, alleviamo, addizionato all’inquinamento progressivo dell’ecosistema ambientale (aria-terra-acqua) e al fenomeno del surriscaldamento del pianeta. Il fenomeno più pericoloso di tutti. Perché ?
Perché non ci sono più le mezze stagioni
Se è vero ( come è vero) che non ci sono più le mezze stagioni, allora bisogna fare davvero i conti con le conseguenze. Una riguarda le piante e il loro periodo di fioritura, che anticipa l’ arrivo della primavera. Da questo dipendente il fatto che i pollini si concentrano nell’ aria per un arco di tempo ben più ampio. Per cui è quasi scontato che le allergie aumentino di numero e di tipologie di effetti, così che l’ incidenza sia maggiore nella nostra vita quotidiana.
Uno studio scientifico multidisciplinare e condotto in parallelo in più paesi d’Europa , durato 27 anni e concluso di recente, ci ha consentito verificare che alcune paritarie hanno esteso di 90 giorni il loro periodo di pollinazione. Lo stravolgimento delle stagioni e il grande caos ambientale finiscono per avere conseguenze anche più pesanti per chi si vive nei grandi agglomerati urbani diventati roventi.
L’ altro problema, che è fratellastro del surriscaldamento del pianeta, è l’ inquinamento. Il legame con una serie di malattie tumorali è già noto, ma la diffusione di particelle nell’ aria è anche una delle cause dell’ aumento vertiginoso delle allergie. La ragione la spiega il professor Canonica: «La diffusione nell’ aria delle particelle esauste del diesel aumenta il rischio di allergie. Queste particelle si legano con i pollini e li aiutano nella loro azione dannosa sul nostro organismo. Di conseguenza, può bastare una quantità di 20 volte inferiore per scatenare una grave reazione».
Molti pericoli sono legati inoltre allo sviluppo di diverse specie vegetali, che dalle nostre parti sono arrivate per caso e che si sono subito adattate. La più temuta è una pianta che ha origine americana: si chiama «ambrosia», assomiglia a una margherita e i suoi pollini hanno già dimostrato d’ essere particolarmente aggressivi e capaci di provocare gravi patologie.
Un’ altra pianta che gli allergologi stanno studiando è la betulla: arriva dalla Scandinavia e in Italia si è diffusa di recente. Anche i suoi pollini sono molto allergenici. Le conseguenze dei cambiamenti climatici sulla salute umana non riguardano soltanto le allergie. L’ allarme suona soprattutto per le malattie cardiovascolari: «Sono principalmente legate ai picchi di calore, a quello che noi definiamo stress da alte temperature», sottolinea Alessandro Pezzoli, bioclimatologo dell’ Università di Torino, che fa parte di un’ equipe di ricercatori che studia l’ impatto del clima sugli esseri viventi.
«I rischi maggiori sono nelle zone urbane, dove si crea la cosiddetta isola di calore e dove bisogna pianificare lo sviluppo urbanistico proprio per ridurre l’ impatto». L’ altro rischio è legato alle malattie tropicali trasportate da insetti che prima non avrebbero resistito alla rigidità del nostro inverno: «Ora si sono adattate – aggiunge Alessandro Pezzoli – e la diffusione di malattie come la Febbre del Nilo lo dimostra».
L’imbecillità autodistruttiva del consumismo liberista
E veniamo alla prova principe della nostra “imbecillità collettiva”, di chiara marca liberista : l’ultima riuscita (difficile) missione esplorativa con uno speciale batiscafo , a meno a circa 10 994 metri sotto il mare, “l’abisso Challenger” nella “Fossa delle Marianne”. La più profonda depressione oceanica conosciuta al mondo. Che segna una fossa sottomarina a forma di un leggero arco lungo circa 2 500 km. Localizzata nell’Oceano Pacifico ad est delle isole Marianne, tra Giappone, Filippine e Nuova Guinea. Un mondo a sé. impenetrabile dalla luce e dall’uomo normale. Un paesaggio da fantascienza, popolato diversamente da tutti i mari del mondo.
Ma quale è la prova principe ritrovata proprio una settimana fa nella “fossa delle Marianne”? Un grumo di sacchetti di plastica. Con in evidenza uno tipico shopper verdastro da boutique di quartordine. Cioè, puro veleno chimico da scarto di idrocarburi. Deteriorabile in un arco dai dieci ai 50 anni. Con la certa probabilità di trasformarsi in “cellule di microplastiche”. Un fenomeno noto, che sta avvelenando i pesci di tutto il mondo. E di seguito capace di avvelenare gli organismi di tutti coloro che mangiano pesce. Cioè noi.
Insomma, questo “Maggio pazzo”, le vicissitudini dei bambini di Taranto legate all’ILVA, il sacchetto verde di boutique nella “fossa delle Marianne”, l’aria irrespirabile di benzene delle nostre città, l’esplodere del numero di persone che muore all’improvviso di tumore ed il propagarsi senza limiti delle allergie, non ci bastano ancora per capire ? Il “liberismo” è la morte della Civiltà. E ancora non lo si capisce ! Scusate, ma è sconfortante.
Studio internazionale riportato dal Guardian collega all’inquinamento dell’aria una lunga serie di patologie, dalla demenza alle malattie cardiovascolari, dall’infertilita al diabete Tutti sanno che l inquinamento atmosferico fa male. Ma non fino a che punto, almeno finora. La risposta da brividi: nessun organo e nessuna cellula del nostro corpo pu considerarsi al sicuro. Il quadro, devastante, arriva da un nuovo studio internazionale pubblicato sulla rivista Chest, secondo cui lo smog pu provocare danni praticamente a ogni cellula del nostro corpo, dagli organi interni alla punta delle dita. La ricerca, riportata in esclusiva dal Guardian, mostra che l inquinamento atmosferico pu essere responsabile di tutta una serie di disturbi: dalle malattie cardiache a quelle polmonari, dal diabete alla demenza, dai tumori alla fragilit delle ossa. Non solo: la tossicit dell aria influenza negativamente anche la fertilit , lo sviluppo fetale e quello infantile.