Aiuto ! Siamo nelle mani dei Pazzi. Il più autorevole “think-thank” USA, la “Rand Corporation” ha editato uno studio “di analisi strategica geopolitica” su come abbattere la Russia ( e quindi schiacciare la Germania e l’Europa, e mettere alle strette la Cina), anche a costo di spingersi al limite di una Terza Guerra Mondiale. Il Documento è stato fornito al “Pentagono”, al “Dipartimento di Stato” ed alla Casa Bianca. Una visione lucida ed efficace, per carità, ma troppo cinica e “paranoide”, noncurante di rischiare la pace mondiale e la Democrazia in Occidente. Su questi ragionamenti da “fuori di testa” “soffiano” l’Arabia Saudita ed il suo neoalleato Israele. Entrambi,ormai, padroni di fatto della politica estera USA.
Il sistema dei poteri di gestione della macchina statale degli Stati Uniti – “nell’Era Trump”- pare avvolto nella più aperta confusione. Il progressivo svuotamento di organizzazione e funzioni della macchina statale USA rischia di corrodere dall’interno la super potenza. Il concentrare la spesa pubblica prioritariamente a supporto dell’apparato economico-militare non fa bene . E neanche, l’incomprensibile moltiplicazione (per venti volte ) dei centri autonomi ( le agenzie) di intelligence americana. La mancata riforma del sistema bancario e delle regole finanziarie post- crisi 2007-2008, e la pretesa di imporre questa scelta al resto del mondo, assume i tratti di una grossa bomba a scoppio ritardato.
Il diffuso malessere (e malcontento), frutto delle aberranti diseguaglianze sociali stabilizzatesi negli ultimi dieci anni, trova sfogo, sempre di più, nella crescita di fenomeni criminali.
E a quale soluzione, allora , pensano i poteri forti USA ? Puntare, allora, su un nuovo “New Deal roosveltiano ? Manco per niente. Pensano a riproporre per almeno altri 25 anni la formula della “guerra fredda” : abbattere la Russia, schiacciare l’Europa, fregare la Cina. Cascano le braccia e brivido freddi attraversano la schiena.
Si tratta di opinioni malevoli dei soliti insopportabili antiamericani di sinistra ? No è quanto è contenuto nelle conclusioni dell’ultimo rapporto confidenziale della Rand Corporation pubblicato il 24 aprile 2019 sul proprio sito Web (Rand.org) in un documento “Brief” di estrema sintesi di 12 pagine su uno studio che ne conta migliaia. Nel documento è descritto come deve essere condotta la nuova guerra fredda contro la Russia. La cosa è seria, perché la Rand Corporation è il più influente think tank Usa che, con uno staff di migliaia di esperti, si presenta come la più affidabile fonte mondiale di intelligence e analisi politica per i governanti degli Stati Uniti (Dipartimento di Stato e Pentagono) ed i loro alleati (anzitutto la Gran Bretagna).
La Rand Corp. fonda la sua forte credibilità ed autorevolezza sul fatto che in passato ha contribuito ad elaborare la strategia a lungo termine che hanno permesso agli USA di uscire vincitori dalla guerra fredda. Quando gli USA hanno costretto l’allora Unione Sovietica a consumare le proprie risorse economiche per rimanere adeguatamente all’altezza di un serrato e forte confronto (anche di prioritari investimenti economici multimiliardari) sul campo strategico militare e geopolitico.
A questo modello si ispira il nuovo piano (esitato lo scorso Aprile), “Overextending and Unbalancing Russia”, pubblicato dalla Rand . Il leit-motove che cuce tutte le articolazioni di analisi del documento è l’indicazione strategica di massima – per oggi e per il futuro- di marcare stretta la Russia. Costringendola ad “dilatarsi eccessivamente nella sua attività a tutela del suo essere potenza economica e super potenza militare”. Così, per indurla a sbilanciarla nei suoi conti economici e poterla abbattere. Esattamente con lo stesso criterio e la stessa dinamica che si usa nel judo. Alcune raccomandazioni sono già state messe in atto, ma l’esposizione sistematica permette di capire quale sia il vero obiettivo di questo documento ed attività di analisi geopolitica e di intelligence.
Nulla di nuovo sotto il sole. Si tratta della riproposizione (aggiornata ed emendata ai tempi nuovi del terzo millennio) della vecchia strategia degli anni ’80, che ha portato all’autoimplosione ( per ragioni economiche) l’URSS comunista. Secondo gli analisti della Rand Corporation, la Russia resta un potente competitore degli Stati uniti in alcuni campi fondamentali. Per questo gli Usa devono perseguire, insieme ai loro alleati, una “strategia complessiva a lungo termine di logoramento” di ogni possibile punto di vulnerabilità del “sistema Russia”. Perciò, vengono analizzati i vari modi (le “options”) che possono costringere la Russia a sbilanciarsi nella sua programmazione nazionale, indicando per ciascuno di esse : le probabilità di successo, i benefici, i costi e rischi per gli Usa.
Gli analisti della Rand ritengono che la maggiore vulnerabilità della Russia rimane ancora una volta l’organizzazione e le performances della struttura economica. Pioritariamente legata alla sua forte dipendenza di bilancio dall’export del proprio petrolio e soprattutto del gas. I cui introiti possono essere ridotti , significativamente, appesantendo le sanzioni alla Russia e, parallelamente, accrescendo l’export energetico Usa in Europa; agendo in modo coordinato con “i paesi Opec” e la leadership dell’Araba saudita. Pertanto, spiega il documento, si deve far sì che l’Europa diminuisca l’importazione di gas naturale russo, sostituendolo con gas naturale liquefatto ( anche se più costoso e più pericoloso da conservare) trasportato via mare da altri paesi.
Un altro modo per danneggiare nel tempo l’economia della Russia è quello di incoraggiare l’emigrazione di personale qualificato, in particolare giovani russi con un alto grado di istruzione.
In campo ideologico e informativo, occorre incoraggiare le proteste interne e allo stesso tempo minare l’immagine della Russia all’esterno, marcandola implacabilmente su ogni scenario regionale di possibile crisi, spingendo per la sua espulsione dai forum istituzionali internazionali , sin’anco boicottando gli eventi sportivi mondiali che essa stessa organizza sul proprio territorio nazionale.
In campo geopolitico, riaccendere permanentemente la crisi in Ucraina – procedendo ad un suo massiccio e minaccioso riarmo – permetterebbe agli Usa di sfruttare il punto di maggiore vulnerabilità e logoramento esterno della Russia. Ma – raccomanda il documento- ciò deve essere fatto in modo attentamente calibrato per ottenere lo scopo, sì di tenere la Russia sotto pressione, però senza correre il rischio concreto di arrivare a un grande conflitto locale dove Putin avrebbe senza alcun dubbio la meglio, perché ovviamente gli USA non potrebbero dar corso ad una guerra mondiale per difendere un paese guerrafondaio come l’Ucraina, da loro stessi più volte spinto ad aggredire e provocare la Russia.
Così, la memoria va alla “seconda guerra in Ossezia del Sud” del 2008, quando G.W.Bush spinse il il Presidente della Georgia (ex repubblica dell’ex URSS) Mikhail Saakashvili (ndr. cittadino USA rocambolescamente diventato Presidente della Georgia a furor di popolo) ad inviare il suo piccolo esercito ad invadere (nella notte fra il 7 e l’8 agosto 2008), l’Ossezia del Sud sotto controllo militare russo. Una vicenda sconcertante e stupefacente che ventiquattrore dopo si concluse con la facilissima ( i rapporti militari tra i due contendenti sul campo erano di uno a duecento : cioè un carro armato georgiano contro 200 russi)) controinvasione russa della Georgia. Ovviamente, allora, G.W. Bush si guardò bene dal muovere anche un solo dito per tutelare concretamente “l’atto kamikaze” dei georgiani . La Casa Bianca si limitò a fornire e far ingoiare alla maggioranza dei media occidentali la “fake news” della nuova aggressione militare russa contro un paese straniero e sovrano. Va dato atto a Silvio Berlusconi che, allora, fu l’unico che non si accodò a questa surreale “falsa notizia”. Anzi, si permise di notare pubblicamente che la responsabilità iniziale dell’aggressione militare era stata, invece , della Georgia. Posizione derisa dai giornaloni italiani ed europei sulla base del fatto che era impensabile (e quindi necessariamente falso) che un piccolo paese (con quasi la metà della popolazione della Sicilia) potesse aver aggredito la grande Russia. In tal modo la stampa italiana si preparava alla sua degradante svolta copernicana del 2011, quando si è spesa con impegno degno di migliore causa per agevolare prima, e consacrare poi, l’insediamento dell’anomalo Governo tecnico di Mario Monti.
In campo militare gli Usa possono avere alti benefici, con bassi costi e rischi, dall’accrescimento delle forze terrestri dei paesi europei della Nato in funzione anti-Russia. Gli Usa possono avere alte probabilità di successo e alti benefici, con rischi moderati, soprattutto investendo maggiormente in bombardieri strategici e missili da attacco a lungo raggio diretti contro la Russia. Uscire dal “Trattato Inf” e schierare in Europa nuovi missili nucleari a raggio intermedio puntati sulla Russia, può sì’ continuare ad assicurare loro alte probabilità di successo, però può comportare anche alti rischi.
Calibrando ogni opzione per ottenere l’effetto desiderato – concludono gli analisti della Rand – la Russia finirà col pagare il prezzo più alto nel confronto con gli Usa. Costretti ad investire grosse risorse nel settore militare e strategico, dovendole così sottrarre ad altri investimenti necessari alla crescita economica sociale e civile delle popolazioni russe. Tutto ciò implicherebbe di converso un pari aumento forte, costante e progressivo, delle spese militari dei paesi aderenti alla Nato, in particolare dei paesi europei, che sarebbero costretti a diminuire progressivamente la loro già eccessiva (a giudizio della Rand) spesa sociale (welfare, sanità pubblica, pensioni, etc).
Non c’è scritto espressamente nel documento della Rand – ma risulta implicito – diminuendo, così, quelle spinte centrifughe che sempre più spesso spingono i paesi e l’opinione pubblica europea a tentare di divincolarsi dalla stretta subordinazione politica alla loro alleanza strategica con gli USA. Anche in questo caso il documento non cita espressamente la Germania, ma attualmente è l’unica nazione europea rimasta a predicare l’indipendenza militare dell’Europa dagli USA.
Questo è il futuro che ci prospetta la Rand Corporation, il più influente think tank dello “Stato profondo”USA, ossia del centro sotterraneo del potere reale detenuto dalle oligarchie economiche, finanziarie e militari, quello che determina le scelte strategiche non solo degli Usa ma dell’intero Occidente. Le «opzioni» previste dal piano sono in realtà solo varianti della stessa strategia di guerra, il cui prezzo in termini di sacrifici può rischiare di essere pagato da tutti noi.
P.S. : Overextending and Unbalancing Russia. Assessing the Impact of Cost-Imposing Options, by James Dobbins, Raphael S. Cohen, Nathan Chandler, Bryan Frederick, Edward Geist, Paul DeLuca, Forrest E. Morgan, Howard J. Shatz, Brent Williams, Rand Corporation, May 2019.