Ora vorrebbero riplasmare la nostra società sul modello di “Arancia Meccanica”? Ormai le corbellerie che fuoriescono a getto continuo dalla Globalizzazione, vanno oltre Orwell e la sua profezia sulla occhiuta società da “Grande Fratello”, che tutto ascolta, tutto sa, tutto determina. Dopo aver sterilizzato negli ultimi venti anni l’Informazione giornalistica e le università, adesso “vagola per il mondo”, scientifico e politico, l’ipotesi demenziale di poter combattere violenza e xenofobia, immettendo negli acquedotti pubblici “l’ormone della ossitocina”. Purtroppo, i componenti della dominante oligarchia finanziaria internazionale neoliberista vivono in una bolla “da psicopatologia”.
Il globalismo di matrice anglo-americana (ma a trazione finanziaria saudita e dei Paesi del Golfo), ovvero l’ideologia imperante, così impastato di buoni scopi pubblici, di femminismo a josa e di rigido “political correct”, vive sempre più di dissimulazione, di ipocrisie, di false promesse. E di stucchevoli progetti di dominio o di agglutinazione delle menti. Non paghi dei danni civili prodotti dalla diffusione e dall’abuso di massa delle occasioni sociali di connessione digitale.
Un impasto di esercizio di fanatismo fideistico (cioè non scientifico) di destra (cioè non mai di sinistra) che ribalta le sue stesse tesi di partenza per diventare peggiore del suo nemico. Parliamo di una notizia, nascosta dai giornali italiani : il caso dell’epistemologo (e politicamente vicino al Partito Radicale) Gilberto Corbellini (nomen omen ?) , direttore del Dipartimento di scienze sociali e umane e patrimonio culturale del Cnr. Una carica squisitamente politica ( in questo caso su designazione piddino – radicale) , per un professore che insegna “storia della medicina e bioetica” all’Università La Sapienza di Roma.
In un articolo su Wired (rivista faro della cultura americana da esportazione) prospetta la necessità civile che per nobili fini civili, ci dobbiamo rifare ad una sorta di “arancia meccanica”. Così, proponendo – di fatto – di “dover drogare” gli italiani al nobile scopo di eradicare la xenofobia che, secondo lui, è diventata una delle maggior piaghe del Paese.
Insomma, contro la diffusione dell’indole violenta, in maniera curativa per i casi peggiori o in modo preventivo per tutti, si propone di iniettare ai cittadini l’ossitocina, detta anche “ormone dell’amore” (perché prodotta durante le effusioni sessuali e usata per favorire il parto). Un intervento medico e chimico che, unito a un adeguata attività di condizionamento sociale (verso il quale si avrebbero meno difese) ci sbarazzerebbe di questa moderna piaga sociale.
Caspita come sono favorevoli a preservare i buoni sentimenti umani questi ricercatori adepti della santità del globalismo !? Ci vogliono dare l’ossitocina per rinforzare un’adeguata e sana educazione. Adeguata, naturalmente, alle loro idee.
Ammesso che questa soluzione scientifica (studiata dai ricercatori tedeschi che questa scoperta avrebbero fatto) abbia una qualche validità, l’ossitocina potrebbe essere usata per facilitare e indurre qualsiasi tipo di reazione o di giogo psicologico politico, ma queste deve essere al di sopra delle capacità induttive del prof. Corbellini, al quale consigliamo di leggere “Arancia meccanica”.
Un romanzo di ormai 60 anni fa, nel quale viene proposto un simile meccanismo sostanziale: chimica più condizionamento per eliminare le pulsioni di violenza. Con il risultato finale di scardinare quell’ordine sociale che ci si proponeva di rinsaldare. Ma anche di produrre al posto della violenza episodica, quella istituzionale.
E a questo punto val la pena di ricordare il perché del titolo “arancia meccanica” o ad orologeria (Clockwork Orange) dato al romanzo e al successivo film di Kubrik: esso è tratto dallo slang londinese dove orange non fa riferimento al frutto, ma alla parola malese orang che vuol dire uomo (da cui orang -utan, uomo delle foreste) proponendo un parallelo tra meccanicità e comportamento scimmiesco. E Corbellini è un vero “orang-global”, tanto che egli vuole correggere l”egoismo” non accorgendosi nemmeno che su di esso è fondata, l’ideologia neo liberista ossia del globalismo.
Ad ogni modo è chiaro che questa vicenda rivela molto bene, come uno sprazzo di luce nella penombra, il desiderio di dominio della cultura e delle persone da parte delle elites internazionali di comando, che non vogliono per nulla perdere la loro egemonia sul mondo e sugli esseri umani. Disposti, se necessario, a rafforzarla comunque anche con l’uso della chimica : potenza del “pensiero unico” che pervade le nostre menti e guida i nostri consumi da oltre 25 anni.
Va detto che Corbellini, quando ha visto riprese le sue corbellerie dette agli “amici” e compari di Wired sul quotidiano “La Verità”, si è indignato. Ha detto che le critiche erano espresse da cialtroni. Ma nel dirlo ha ribadito la giustezza delle sue tesi, chiamando in causa “l’auctoritas” del suo mondo e ricordando che ” il primo ministro inglese Cameron voleva metterla (l’ossitocina ndr) nell’acquedotto per calmare le rivolte di Londra”. Svelando come, a questo punto, in questa maniera alcuni potenti conservatori globalisti pensano di poter sopire ogni contraddizione e ogni lotta sociale.
Da tutto questo emerge con evidenza solare come sia stata abbandonata ogni idea di libertà che non sia quella miserabile dell’homo consumatore e con essa di una qualsiasi edizione liberale della democrazia, a favore, invece, di “una dittatura degli ottimati”. Che poi si rivelano così acuti e intelligenti, riproponendo logiche e stati d’animo che sembra d’essere (e di conversare) in un locale di bevitori da periferia, di quelli nei quali il barista ad un certo punto conclude il suo discorso indignato invocando (senza un nesso logico) la pena di morte.
Del resto non è l’unico caso di questo tipo che monta nel mondo scientifico italiota. Pochi giorni prima, “l’Huffington post” aveva suonato la grancassa alla presentazione della soluzione della “stimolazione cerebrale non invasiva”, da usare contro pregiudizi e stereotipi sociali. Una tesi sostenuta dalla brillante ricercatrice dell’ IIT Maddalena Marini. Che da ricercatrice della nuova scienza del futuro, la neuroscienza, ha spiegato in modo netto : “Possiamo eliminare i pregiudizi umani ricorrendo alle neuroscienze”. L’annuncio è stato dato durante lo scorso meeting scientifico “TedX”, tenutosi a Genova. La Marini ha illustrato per sommi capi un sistema potenzialmente rivoluzionario, in grado di modificare, in meglio, la nostra società. Un approccio destinato a creare una società libera da ogni potenziale pregiudizio, dove ciò che conta non siano le caratteristiche sociali dei suoi cittadini – come il genere, l’etnia, la religione – ma le loro potenzialità, capacità e talenti. Quale unica via praticabile per potere aspirare al progresso del pensiero umano. Un modo praticabile per combattere e curare i pregiudizi degli uomini contro altri uomini.
Si sa, le vie dell’Inferno, sono talvolta lastricate di buone intenzioni. Per cui tutti questi sani proponimenti scientifici , non si accorgono che nel loro stesso manifestarsi esibiscono, invece , un profondo sentimento di xenofobia nei confronti di chi non ha il loro stesso modo di pensare. Specie, perché i pregiudizi che si vorrebbero cancellare non sono solo quelli relativi a differenze per così dire biologiche dovute al colore della pelle o a determinati tratti, ma anche “ il peso, il genere, l’età, l’orientamento sessuale, politico, o religioso, la disabilità e la malattia fisica o mentale “.
E’ davvero interessante che si faccia confusione tra questioni di atteggiamenti, di pensiero o di pregiudizi, mettendo insieme tutto questo senza alcun criterio, se non i luoghi comuni dettati dal pensiero unico del “political correct”. Sarebbe ancor più interessante, però, sapere quali sarebbero i pregiudizi politici da eliminare. Perché, è del tutto evidente che con le manipolazioni cerebrali la politica (e le possibili ragioni di opposizioni ad un regime dominante) non avrebbe più senso.
Quando le condizioni di una società raggiungono l’apice del loro maggior degrado, si rischia di dover difendere persino l’ingiustizia per difendere la libertà di non essere drogati per cambiare idea. Ma in questo caso si deve scegliere tra la xenofobia etnica e quella sociale, che sottende queste amabili cure per chi non pensa le stesse cose che “pensano tutti”.
Sorgono spontanee due domande : ma il CNR o l’ITT sono finanziate dallo Stato per occuparsi in tal modo di ciò ? E la ricerca pubblica in Italia sulle neuroscienze (la disciplina del futuro), come mai non riesce ad andare oltre che nel finalizzare le proprie attività nell’andare incontro alle esigenze dei padroni (stranieri) del “pensiero unico” ?
P.S. : L’innovazione globalista e neoliberista è quanto di più vecchio esista. Nel primo novecento nei collegi scolastici e sulle navi per lunghi trasporti di turisti si usava somministrare, subdolamente, “il bromuro di sodio” nei cibi e nelle bevande allo scopo di combattere l’esuberanza ormonale dei maschi in astinenza o astensione sessuale.