Quale è la verità sulla dinamica/nomine della prossima “governance” dell’Unione Europea ? Germania, Francia, Italia e Spagna, si giocano la vita. Sono saltati i vecchi equilibri politico-economico nella UE, ed il relativo vecchio modo di trattare. Poi c’è Trump e la Brexit del “no deal”. Non ci resta che sperare in un intervento di S. Rosalia..
Non si può comprendere ciò che può accadere nella trattativa per preparare l’organigramma che gestirà l’UE per i prossimi 5 anni, se non si considera la principale questione che incide sul futuro del Continente : la devastante crisi economica che incalza. Pesantemente. Diciamo subito che nelle logiche UE, oggi, i partiti contano sino ad un certo punto rispetto alle esigenze vitali dei Paesi membri. Che stanno dando vita ad una dura battaglia, politico-economica, tra espressioni diverse ma tutte di significativa debolezza. Elementi che cambiano gli equilibri ed i termini politici con cui si è proceduto tradizionalmente nelle trattative passate, anche di recente.
Così i governi (gli Stati) che “si giocano” questa partita politica sono solo cinque :
- i due protagonisti/proprietari della UE Francia e Germania, quelli del trattato di Aquisgrana;
- poi il Paese più “pesante” di per sé ,l’Italia, e quello politicamente per ora “più forte” , la Spagna;
- ed infine, l’Olanda (che si trascina dietro i collegati Lussemburgo e Finlandia) , il Paese/partner che ha una “copia” delle “chiavi di comando” del sistema finanziario europeo dominante delle truffe bancarie dei “derivati” (oltre ad un saldo interfaccia sottobanco con l’asse finanziario internazionale anglo-americano).
- Tutti gli altri Paesi sono solo elementi di contorno in questa, politicamente penosa, manche di Risiko.
I due complici e sottoscrittori del Trattato di Aquisgrana, però, “devono”, “svoltare”, al più presto. Altrimenti i loro Stati “saltano”, addirittura ancora prima che si possa incrinare concretamente l’edificio unitario della Unione Europea.
Macron ha un enorme problema politico-economico. Perché, se la Francia non vuole assistere al deflagrare, letterale, della sua integrità nazionale, sfuggendo all’esplodere rovinosa della sua “bomba sociale”, “deve sforare” i parametri europei. Altrimenti, le condizioni socio-economiche e le fazioni francesi interne faranno saltare lui e gli interessi finanziari (e proprietari) irrinunciabili, che Macron rappresenta. Per cui la Francia “deve prendere” almeno la Presidenza della Commissione UE.
La Germania con una sorta di “bomba atomica” innescata sotto il culo, rappresentata dal “sistema bancario tedesco” (Deutsche Bank e Commerzal Bank) in “coma profondo” ( e con gli effetti della guerra economica che gli USA tengono in piedi ormai dal 2015), per sopravvivere “deve mettere le mani” sulla BCE. Perché, se no, i tedeschi, semplicemente, sono morti. Corrono un rischio che al confronto, la crisi finanziaria innescata a Wall Street nel 1929 potrebbe apparire un episodio minore.
L’Italia che – nonostante tutto ciò che è successo negli ultimi dieci anni – rimane il Paese con i migliori fondamentali economici in Europa Occidentale. Una nazione geostrategica nel Mediterraneo con 60 milioni di abitanti (e socio fondatore della UE), non si può farla fallire artatamente (come misteriosamente raccontano le cronache dei giornalisti economici italiani). Anche, perché la rovina italiana si tirerebbe dietro tutta la UE. La procedura d’infrazione all’Italia che ha dominato le cronache ed il dibattito politico delle ultime settimane sui giornali, è sempre stata una irreale “bufala” propagandista . Perché l’Italia rimane la chiave “dell’impalcatura storica politico-economica UE” al di là della sua stessa volontà e di chi la governa. Pure, al di là di morbose ed antiche pecche nazionali, macro disfunzioni, degli inconcepibili ed incomprensibili “sprechi” (!?) connessi all’emissione dei nostri titoli di stato piazzati sui (cosiddetti) “mercati” (evaporano ogni anno almeno dai 17 ai 31 miliardi di euro; è lecito chiedersi : come accade ? dove vanno ? che fine fanno?‘) in surreali aste al rialzo degli interessi (unico caso tra i 28 paesi UE). E nonostante, i selvaggi ed incredibili saccheggi subiti negli ultimi 25 anni dal nostro apparato industriale e produttivo, come, infine, l’assenza di una classe politica e dirigente nazionale adeguata e, soprattutto, per nulla “indipendenti” da questa o quella nazione estera (a tal proposito c’è da chiedersi dove oggi è un altro leader finanziario nazionalista come Enrico Cuccia o un industriale italiano in possesso di uno strategico standing internazionale come Gianni Agnelli ? tanto per fare solo due esempi semplici, ed essenziali, comprensibili da tutti). In ogni caso, l’Italia per uscire da una innaturale condizione politica di permanente di “ricatto”, “deve portare a casa” un dicastero economico “di peso”, quantomeno come il posto di Moscovicì, o non potremo programmare neanche una nostra serena esistenza economica settimanale.
La Spagna , anzi il governo Sanchez, deve portare a casa “una garanzia politica diretta” (schiacciata come è tra il massiccio attacco Usa alla tradizionale influenza spagnola sul mercato economico latino-americano e la questione interna dell’Autonomia Catalana). Qualcosa del tipo: tra Presidenza Consiglio europeo o Parlamento europeo, oltre ad un irrinunciabile posto di uno strategico commissario economico anche minore (d’intesa con il Portogallo), ma così dev’essere .
La verità è che all’interno del traballante edificio europeo UE, grazie allo schifo montante verificatosi negli ultimi 15 anni, nessuno si fida più di nessuno. Tutti ambiscono ad una “garanzia diretta”. Sul piano della gestione finanziaria della UE, i padroni del “Vapore europeo”, anzitutto Francia e Germania (più i sodali Olanda e Lussemburgo e Finlandia) hanno semplicemente esagerato, con la cura privilegiata e prevalente dei loro interessi nazionali, riuscendo a cancellare in tal modo concetti elementari come “solidarietà” e “fiducia” tra Stati.
Su tutta questa situazione, incombe :
- la scelta della Gran Bretagna che nella prassi non ha mai dato alcun cenno di arretramento sulla sua preordinata e determinata volontà di perseguire il “no deal” (a quelli là (la UE) non daremo mai un penny, si dice ai piani alti del potere londinese già dal giorno del Referendum Brexit). Un pacco alla UE all’incirca tra i 75 ed i 120 miliardi di euro;
- le manovre sull’Europa (oscure e pubbliche) da parte di Trump, che puntano, comunque, al risultato di sterilizzare l’edificio e la funzione della UE.
E allora ? Come salvarci ? Speriamo che Santa Rosalia, che consente miracolosamente da sempre di sopravvivere a Palermo, dove nulla ha mai funzionato logicamente e legalmente, comprenda di dover proteggere l’Italia , condannata dal 2011 in poi ( pure dopo 17 anni di oltraggio berlusconiano) , a diventare l’orinatoio d’Europa. Sempre con il consenso elettorale degli italiani. Naturalmente. Del resto è già dal 1600 che gli italiani hanno sempre amato dividersi tra i tifosi della Francia, della Spagna, dell’Austria, del Vaticano, etc. Non si scappa, a quanto pare.