Non sarebbe meglio se il Pd, invece di scimmiottare il Berlusca e la sua battaglia Si-TAV, si occupasse delle vertenze industriali e operaie in corso, della necessità di una legge sul salario minimo inderogabile, del diritto alla salute per tutti i cittadini, come i socialisti avevano pensato il Servizio Sanitario Nazionale negli anni ’70 ?!
Sinistra vo cercando. Non c’era, e temo ancora non c’è !! I TG hanno passato il week-end magnificando l’ammirevole festa della democrazia celebrata con le primarie del PD che, apparentemente, hanno visto la vittoria di Nicola Zingaretti e quindi (conseguentemente si è spiegato o fatto intendere) l’implicita archiviazione dell’Era Renzi. Una stagione politica contrassegnata da una comitiva di giovani toscani di Arezzo e Firenze ( e dintorni), legati da fraterna e sodale amicizia, che per anni si sono sovraesposti al servizio leale e diuturno delle politiche internazionali del conglomerato del neoliberismo anglo-americano, saudita e del Qatar, che da dieci anni sta mandando a rotoli il mondo. E quando c’era tempo, questi meravigliosi giovani si mettevano pure a disposizione del Kazakistan, della Germania e della Francia di Hollande e Macron (coerentemente sin da ragazzo cocco dei Rothschild). Anche loro due, fra loro grandi amici fraterni.
Ora premesso che Nicola Zingaretti è sicuramente persona colta, perbene, proveniente da una famiglia di persone perbene, raro esempio di capace ed intelligente amministratore pubblico , estraneo alle logiche del Pd renziano, sorge, però, spontanea la domanda : perché nel suo primo giorno da segretario PD, eletto a furor di popolo, x cambiare l’andazzo di un partito che parla di se stesso come di sinistra (ma che ha calpestato “lo Statuto dei Lavoratori” con il Job act) è andato in Piemonte a sostenere i Si TAV, notoriamente figli carnali delle logiche politico-economiche di Silvio Berlusconi ?
Primo giorno da segretario, che gli ha riservato uno scherzo crudele del Destino : l’arresto dell.on regionale Ruggirello di Trapani (approdato al PD dal centrodestra durante l’Era renziana e mancato senatore nel listino bloccato PD del 4 marzo 2018) nell’ambito di una retata antimafia contro taluni sodali mafiosi – si presume per competenza territoriale – del Boss Matteo Messina Denaro.
Essendo pur certi – come si usa dire -che Ruggirello uscirà intonso dal seguente processo penale. Ci chiediamo, però, come mai nel PCI e nel PSI della prima Repubblica (1946-1989) una cosa del genere (ossia l’arresto di un deputato nell’ambito di una operazione di polizia antimafia) non era mai accaduta né in Sicilia né in Campania. Ci sarà una ragione ? Non può essere solo una questione per la quale , una volta , i partiti della Sinistra avevano meno sfiga di oggi ?
Certo è difficile mettere a tacere, per chi ricorda questi anni recenti, le scelte sbagliate sul lavoro, sui migranti, sul welfare, sull’economia e sui diritti, la subalternità culturale all’avversario, oppure il tarlo in fondo al cervello che ci chiede se questa volta sarà vero ? O se invece, per l’ennesima volta, il Pd ha chiesto voti a sinistra per poi usarli ancora una volta a favore degli interessi concreti della Destra italiana ed internazionale.
Certo il contesto è cambiato. Il Pd di Renzi, Orfini, Letta e Fassino, è stato punito dagli elettori. Non può illudersi di poter tornare a “inciuciare” al solito (come negli ultimi dieci anni) con Berlusconi per mantenere il potere a Roma e nelle periferie regionali. In Europa, il PD continuerà a sostenere l’asse europeo tra liberali, popolari e socialisti, il blocco che ha promosso e sostenuto le politiche liberiste, come politica economica ed estera di tutta la U.E. ? Ma sin’ora, non risulta, che né Zingaretti, né i suoi sostenitori dentro il PD, hanno mai abiurato il liberismo. Non è una colpa, ma è un delitto politico. Perché, così, l’80% delle classi sociali italiane, nel tornado della crisi economica da dieci anni, rimane privo di rappresentanza e di tutela politica. Il nostro non è un giudizio, ma una constatazione.
Invece, siamo convinti sia una sciocchezza, intellettualmente disonesta, continuare a rappresentare la politica italiana come uno scontro tra sovranisti ed europeisti, come continuare a cianciare di populisti ed antipopulisti.
Senza i Governi Monti, Letta, Renzi e Gentiloni, senza la farsa miliardaria della “falsa accoglienza x i migranti” organizzata dai predecessori dello statista Angelino Alfano (e da lui continuata), senza la legge Fornero, senza il Job Act e la Riforma della “buona scuola” (etc), i populisti non sarebbero nè esistiti né diventati protagonisti. Nè MAI quei sei milioni di voti del “popolo della Sinistra” (i portuali di Genova, gli operai di Livorno, i cittadini di Cinesello Balsamo, gli insegnanti, etc) avrebbero votato il 4 marzo 2018, in modo così disperato e massiccio, per i cosiddetti populisti.
Molto più semplicemente chi si dice di Sinistra deve dimostrare se sta con gli interessi concreti di JP Morgan e Goldam&Sachs e relative filiali/ricadute italiane, o sta con i diritti dei lavoratori dipendenti, dei piccoli risparmiatori, dei pensionati, delle donne, degli insegnanti e degli studenti, di chi svolge lavori intellettuali super-sotto pagati, dei giovani precari ?!
In Europa e nel mondo aumentano le disuguaglianze, le insicurezze e i rischi di nuove guerre, si accentuano i pericoli ambientali, crescono le pulsioni autoritarie e per di più ristagna la crescita economica, mentre l’abolizione di ciò che rimane dello “stato sociale” è sempre all’ordine del giorno. Pensare di continuare, dichiarandosi di sinistra, a stare al seguito del “carro liberista” è roba da irresponsabili, da folli. Inseguire la Lega “sull’autonomia regionale differenziata” dell’Emilia Romagna, è persino pure peggio.
In questa situazione un Pd utilizzabile a sinistra sarebbe una manna. E questo, credo, hanno pensato e sperato tanti elettori e elettrici delle primarie, che turandosi il naso sono andati a votare domenica 3 marzo 2019.
Ma a ciascuno la propria responsabilità e la propria pena. A ciò che si autodefinisce Sinistra ufficiale e parlamentare, quella di rendere visibile e credibile una alternativa. A Zingaretti quella di rispettare le numerose aspettative sollevate. E allora vediamo se Zingaretti sarà capace di tacitare quel tarlo fastidioso ? Se la sua aspirazione al cambiamento cederà alla sua aspirazione all’unità ? Se creerà un nuovo ambiente, o resterà rinchiuso nella vecchia gabbia che da dieci anni ha cancellato le politiche di sinistra ?
Vediamo se sarà capace di imporre qualche tema nell’agenda politica o si limiterà ancora a inseguire e demonizzare leghisti e grillini nell’incomprensibile speranza di sostituirli ? Andare a sostenere la Tav non sembra affatto un buon inizio. Insomma, il PD si metterà dalla parte dei lavoratori o si piegherà come il Pd di Renzi al ricatto della logica liberista del profitto, co0munque ed irresponsabile ? Sosterrà Zingaretti le rivendicazioni dei lavoratori impoveriti e privi di diritti, aprendo una battaglia per cambiare una legislazione sul lavoro che li ha privati di ogni diritto? Si batterà il governatore del Lazio per cambiare le politiche di austerità che hanno condotto milioni di cittadini italiani, anche nella sua regione, a non potersi più curare? Taglierà il troppo lungo cordone ombelicale, degli ultimi dieci anni, “made seconda Repubblica” tipo “del Nazareno”, con gli interessi ed i sodali (nazionali ed esteri) di Silvio Berlusconi ? Non ci resta che consumare qualche settimana di paziente attesa. Anche se non si annuncia, ancora una volta, nulla di buono.