Cinquanta euro, più 20 per la spesa. Come si fa il voto di scambio : lo spiega Francesco Virga. Adesso capite perché il Reddito di Cittadinanza fa paura ? Perché allude alla Democrazia, l’opposto della pratica dell’attuale potere oligarchico dominante nell’interesse dell’1%.

Quanto vale la dignità di un cittadino siciliano, veramente povero ? Da 20 sino anche a 70 euro, abbiamo appreso. Se chi è addetto a comprare il voto dei poveri riesce a far votare per il candidato del boss (o del politicante corrotto di turno) anche la moglie del povero. Una notizia non inedita nella storia pluridecennale del cosiddetto voto di scambio elettorale in Sicilia (e nel Sud-Italia). Un esempio di questo tumore della Democrazia ce la ripropone, stavolta, una intercettazione telefonica dei carabinieri a un (presunto) quotato  Boss di Trapani, Francesco Virga.  Intercettato dalle cimici dei PM mentre consegnava mille euro a un suo sodale, Giuseppe Piccione, per  metterlo in condizioni di comprare voti fra la gente di contrada Amabilina. Un quartiere di Marsala dove vivono tante famiglie in assai disagiate condizioni socio-economiche. Spiegava il boss : “A tutti questi già quando gli dai 50 euro, più 20 euro per fare la spesa…….. una settimana prima dell’elezioni tu mi devi dare tutto l’elenco per esempio… della sezione”.

Ma se non si tratta di una novità, perché allora ne parliamo oggi ? Perché c’è un vecchio ed equivoco detto dialettale siciliano che recita : “Cu è l’omu tinto ? Chiddù ca avi bisognu !” . La traduzione all’incirca suonerebbe così : “Chi è la persona cattiva/pessima ? Quella che non può mai scegliere di fare altrimenti, perché annega nel bisogno !”

Ecco il punto. Nei bassi di Napoli, come nei tuguri dei quartieri sottoproletari di Palermo, dove manca una programmazione economica ed un tessuto territoriale aduso allo sviluppo, finalizzato alla massima occupazione, si registrano tassi di inoccupazione e disoccupazione tra il 20% e il 30% . Stiamo parlando di povertà, assoluta. Cioè difficoltà di mettere insieme il pranzo con la cena. Difficoltà a provvedere ad efficaci cure sanitarie per se stessi e per i propri cari.  Appunto, parliamo di gente “tinta”. La cui unica alternativa è il lavoro nero, che a Palermo registra un arco di retribuzioni possibili tra i 300 ed i 750 euro mensili. Dove la media retributiva della maggior parte delle commesse dei negozi “che lavorano in nero” non supera il salario mensile di 450 euro. Molto spesso – negli ultimi 15 anni della cosiddetta Seconda Repubblica liberista senza diritti e tutele sociali – persino ricorrendo ad una delle moderne fattispecie di contratti di lavoro “legali” ma “flessibili” o “formalmente part-time”.

Un ambiente socio-economico, che nega e rapina i cittadini dell’unica forza contrattuale democratica che hanno : il voto. La Mafia ed i corrotti, sono solo un pretesto ; un accidente contingente. E’ il contesto, criminogeno, che ha prodotto una condizione sociale simile al peggio del medioevo, che fa da culla incubatrice di Mafia e corruzione. Due fattori, due virus mortali ed antitetici ai principi costituzionali ed alle prassi della Democrazia.

Dopodicché, magistrati e carabinieri, fanno bene a perseguire il voto si scambio. Ma la questione della  “Democrazia tradita” rimane intatta nella sua perseverante condizione illiberale ed illegale. Non a caso l’art.1 della Costituzione fissa due concetti di base : il diritto al Lavoro e la Sovranità popolare. Due principi che la imperante  cultura liberista di stampo anglosassone, sparsa a piene mani in TV  e nelle pubblicità, soverchia ed cancella senza neanche tanto sforzo.  Cosa dice la cultura americana : se sei una persona in gamba, sei ricco e vivi da ricco; altrimenti, se vivi da povero, sei un povero, dunque una nullità. Perciò, se impegno 10-12 ore della mia giornata per un salario mensile di 450 euro : “è sempre meglio che niente”. Perciò, se faccio la vedetta dei pusher a Brancaccio per 500/500 euro al mese (più medicine e regalini Natale e Pasqua) : “è sempre meglio che niente”.

L’unico che ha posto, ad alta voce, il problema di trovare un qualche antidoto contro questa incongruenza sociale e politica – montata nei 25 anni di Seconda Repubblica –  è stato Beppe Grillo. Un comico, genovese. Abbastanza saccente ed un pochetto antipatico. Che ha teorizzato il Reddito di Cittadinanza. Che i cosiddetti grillini al Governo hanno tramutato in norma di legge. Sicuramente, confusa, avventurosa, ricca di limiti e contraddizioni. Ma è la prima volta, dopo la gloriosa parentesi democratica della prima Repubblica “non liberista”(1946-1989) , che qualcuno si pone concretamente il problema di tutelare le uguali opportunità per tutti : di poter offrire una chance di sopravvivenza in forza di legge. E’ poco. Sicuramente. Ma come amano dire a sproposito i “liberisti” : “è meglio che niente. L’RdC rappresenta, culturalmente, una inversione di tendenza, che l’establisment riconducibile ai poteri bancari e finanziari, internazionale e nazionali, vede come il fumo agli occhi; non può consentire. Ecco perchè, non si è mai vista in Italia una campagna d’opinione come quella contro il Reddito di Cittadinanza, che procede da mesi: massiccia, giornaliera, ossessiva, determinata . Perché , la posta in gioco non è il fallimento possibile dei 5 Stelle (a cui non frega a nessuno), ma la paura che ai prossimi appuntamenti elettorali i Virga di turno possano restare con le mano in mano. O peggio, possano essere rifiutati o truffati dai poveracci, non più abbandonati a se stessi. Il “Sistema”, rischierebbe di creparsi. Ed una crepa oggi, una domani, si rischierebbe la possibile riemersione di qualche scampolo di Democrazia. Si rischierebbe di dover applicare la Costituzione. Anche nel caso in cui sparissero questi cazzari dei 5 Stelle. Un rischio, un pericolo mortale, che l’1% della popolazione (gli oligarchi liberisti con i loro talk e TG in TV) non può correre affatto. E poi i poveri – diciamocelo con franchezza – sono ignoranti, tasci (in milanese bauscia, in romano coatti) e malati, e non capiscono un cazzo di Democrazia. anzi non gli interessa un cazzo. Del resto, camminano, si vestono, e mangiano la pizza, quindi non sono veri poveri. Insomma, portano solo guai, alludono opinionisti ed intellettuali sinistri di fama( di sinistra) in TV ?! Quindi, che i poveri vadano al diavolo ! Dunque che problema ci sarebbe !  Parliamone alla prossima !

3 pensieri riguardo “Cinquanta euro, più 20 per la spesa. Come si fa il voto di scambio : lo spiega Francesco Virga. Adesso capite perché il Reddito di Cittadinanza fa paura ? Perché allude alla Democrazia, l’opposto della pratica dell’attuale potere oligarchico dominante nell’interesse dell’1%.

  • Marzo 6, 2019 in 4:48 pm
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    Come per gli inquilini nella vendita di un immobili anche i lavoratori di una fabbrica in vendita dovrebbero avere il diritto di opzione.

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  • Marzo 6, 2019 in 8:32 pm
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    Finalmente un “Giornalista”…..fuori dal coro! Tutti coloro che fanno “informazione” conoscono benissimo cio’ che Lei ha rappresentato in questo articolo ma loro non li citerei mai tra virgolette e con la lettera iniziale Maiuscola!!!

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