Parla l’economista premio Nobel, Joseph Stiglitz : “Se l’Italia lasciasse l’Ue, provocherebbe una tragedia. Ma se l’Italia resta nell’Ue con le attuali regole allora la tragedia succede in Italia”. Ecco il paradosso che dominerà le elezioni europee di maggio ed il nostro futuro prossimo.

In modo sconcertante, non ha sollevato in Italia alcun dibattito nè scandalo,  l’intervista rilasciata da Joseph Stiglitz all’edizione italiana dell’Huffington Post, a Bruxelles, a margine della presentazione del suo ultimo libro dal titolo emblematico: “‘Rewriting the rules of the European Economy” (riscrivere le regole dell’economia europea).

Due affermazioni in particolare avrebbero dovuto spingere  a qualche riflessione o porsi delle domande sull’attuale fase economica dopo undici anni di crisi. Ecco la prima:<<Se l’Italia esce dalla UE causa una tragedia in Europa, se rimane la crea in Italia>>. Ed ecco l’altra:<<L’euro funziona solo se i paesi che lo usano sono simili. Ma in Europa non è così, ci sono regimi fiscali che si fanno la concorrenza all’interno della stessa Ue, i paesi si sono allontanati invece che avvicinarsi ed è successo proprio per colpa delle regole dell’euro. Vanno cambiate>>.

Mi pare evidente che Stiglitz intenda dire che un’uscita dall’Italia dall’Euro comporti una catastrofe economica e finanziaria probabilmente di livello globale, mentre una sua permanenza – a regole invariate – comporti il definitivo spappolamento del  sistema produttvo italiano  e il conseguente collasso economico e sociale. Il discorso dell’Economista è peraltro più ampio:  Io peraltro sostengo che l’Euro è una moneta unica solo verso l’esterno dell’Eurozona, ma ha valori diversi all’interno di ciascuna delle nazioni che l’hanno adottato . Manifestando, quindi, una natura ambivalente che crea sperequazioni socio-economiche importanti tra partner uguali. Purtroppo, ormai, diventate insostenibili perchè esclusivamente al servizio degli interessi speculativi dei poteri forti finanziari internazionali.Il caso Grecia docet : un buco finanziario di poco meno di otto miliardi di euro, in pochi mesi di traccheggio è lievitato sino ad oltre 800 miliardi di euro, portando una nazione europea al collasso.

Tornando al pensiero di Stiglitz, si sottolinea come i trattati all’origine dell’Euro abbiano  imposto regole folli per il governo della moneta [Trattato di Maastricht, ma non solo]; sono state pensate in ere geologiche fa, ai tempi della sconfitta del comunismo, dando per scontato l’adozione nella UE – sic et simpliciter – del modello economico liberista , che in sè nega sia la priorità delle politiche per la piena occupazione, come il mantenimento del tradizionale sistema welfare state . Che negli ultimi 70 anni aveva differenziato profondamente, nel mondo, lo stile e la qualità della vita tra i paesi europei ( Francia, Italia, Germania, paesi scandinavi) da quelli anglosassoni a regime liberista  (USA ed Inghilterra in primis) .

Insomma il trattato di Maastricht andrebbe totalmente ridiscusso per non far crollare l’area monetaria sotto il peso delle contraddizioni  sopradette. Questo perché è stato pensato in un altra epoca e con la premessa della realizzazione di un mondo liberista più ricco che non si è affatto realizzata. Chi nel 1992 avrebbe immaginato la Grande Crisi del 2007/8 ? Il sorgere della Cina come prima potenza economica mondiale ? Il risorgere economico e geopolitico della Russia?

Le regole adottate per l’UE, sono state studiate per un mondo che si pensava per sempre liberista, dove gli USA avrebbero dominato e l’Europa avrebbe fatto da ancella privilegiata. Ma adesso viviamo un’altra epoca. Come si può andare avanti imponendo dosi di austerità economica mortale per raggiungere un non sense come il 60% di rapporto debito/pil (e perché non il 15% emulando l’invidiabile primato del Congo?) ? Una follia, utile solo alla Germania per consolidare il suo dominio economico sull’Europa riducendo gli altri paesi partner dell’Euro a semplici comparse con doveri e diritti differenti da quelli che si è presa la Germania, per ripristinare il suo lebensraum ( ndr.spazio vitale) di infausta e tragica memoria.

E di fronte ad una intervista importante come questa in Italia si continua a dividere le opinioni in espresse da competenti e da incompetenti, bibitari, grullini e scappati di casa. Dove ovviamente i competenti sono i corifei della lesina (sulle spalle degli altri) e dell’intangibilità di regole folli, sbagliate e comunque pensate per un’altra epoca.

Non si esercita alcuna facoltà di gufare se si prevede facilmente un disastro  di livello continentale, in un lasso di tempo prossimo, con l’implosione (economica e politica) del sistema Euro fondato su regole e prassi squilibrate e a sfondo speculativo a favore di un ristretto numero di privati. L’analisi e le previsioni di Stiglitz, purtroppo, sono destinate a trovare riscontro reale, ineludibilmente, perché il sistema economico e finanziario liberista non può funzionare ( come è stato già testao e verificato prima del 1929 con l’allora crollo di wall street, la recessione mondiale dell’economia e l’esplosione della seconda guerra mondiale) , così come il modello rigido di un cambio fisso per paesi ad economie diverse. Tutte cose che, storicamente, non hanno mai funzionato, e non si capisce perché adesso, miracolosamente, avrebbero dovuto funzionare negli ultimi 25 anni. Gli Stati e le economie pubbliche non possono essere all’esclusivo servizio  degli interessi di sistemi privati speculativi e delle loro sciagurate teorie  fondate sulla creazione di debito finanziario che mai nessun stato potrà ripagare, perseguendo regole e metodi di calcolo e di contesto da strozzinaggio , che in qualsiasi paese, se si accerta che vengono esercitate a livello di rapporti dare/avere tra privati, sono considerate reato di natura penale . Non si capisce perché queste stesse regole giudicate illecite, utilizzate nei rappporti tra Stati-soci si siano trasformate in regole legittime ?

Nel frattempo si potrà continuare a fare gli spiritosi saccenti in TV. Scuotere la testa e sorridere se inquadrati in primo piano, chiamare pure  (il premio Nobel) Stiglitz  (che è stato anche presidente della Banca Mondiale)”il Re dei Bibitari” , continuando ad intervistare e definire come competenti i vari Nannicini, Boccia, Marattin e Padoan, per non l’ineffabile autorevolezza di Veronica de Romanis . Ma il problema non cambia : il sistema finanziario liberista adottato alla base del funzionamento dell’Euro non funziona perchè non ha mai funzionato a favore della qualità della vita dei popoli e delle sorti democratiche di una nazione. Nel frattempo, ognuno può godere  dei competenti e dei bibitari che si merita.

L’intervista a Stiglitz :

“E’ l’Europa che sta costringendo l’Italia ad accettare il denaro cinese. Ma, d’altra parte, l’Italia deve stare con gli occhi aperti…”. Shock. Qui non è Luigi Di Maio che parla o Matteo Salvini o qualche sovranista arrabbiato contro l’Unione Europea. Questo è il ragionamento che fa il premio Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz. 

Lo incontriamo di primo mattino a Bruxelles, prima della presentazione del suo libro ‘Rewriting the rules of the European Economy’, scritto con la collaborazione di altri economisti e soprattutto con la Feps, la Fondazione per gli studi europei vicina ai socialisti. Ma Stiglitz, che l’anno scorso consigliò all’Italia addirittura di uscire dalla zona euro, continua a sorprendere. “Se l’Italia esce causa una tragedia in Europa, se rimane la causa in Italia…”, dice Stiglitz, libero com’è dalle appartenenze.

E allora, gli parliamo del memorandum con la Cina che il governo Conte sta firmando con Pechino tra le polemiche partite da Washington e rimbalzate nelle Cancellerie europee. Stiglitz parte dalle prime ricette di austerity applicate alla Grecia nel 2010:Alla Grecia furono promessi fondi e crescita. Non sono arrivati né gli uni, né gli altri. Quindi, siccome l’Europa non mette in campo fondi per crescere, un paese che è in stagnazione, recessione, depressione che deve fare? E’ l’Europa che sta costringendo l’Italia ad accettare il denaro cinese. Ma, d’altra parte, l’Italia deve stare con gli occhi aperti, individuare i rischi di una trattativa coi cinesi. Alle spalle abbiamo già degli esempi drammatici: lo Sri Lanka e la Malaysia, dove l’aiuto cinese ha dato luogo a fenomeni di profonda corruzione. Ecco, speriamo che l’Italia abbia imparato da queste lezioni e concordi per bene con Pechino i termini di tutto l’accordo. Roma deve trattare con attenzione”.

A pochi mesi dalle europee, Stiglitz sforna questo testo che chiede all’Europa di darsi una mossa, di riformare l’eurozona, di farlo : “interpetando i trattati, capisco che è complicato cambiarli – dice – ma si possono interpretare diversamente, è possibile”. Anche perché l’Ue è fuori tempo massimo. L’anno scorso aveva suggerito all’Italia di lasciare l’eurozona, oggi resta della stessa idea se le cose non dovessero cambiare nell’Unione.

Anche qui, il Nobel parte dal caso greco. “L’Europa – dice – non vive una condizione molto differente dal 2015, quando si parlava di Grexit. Ma la Grecia è un piccolo paese, se avesse lasciato l’Europa ci sarebbe stato dello scontento, ma l’Ue avrebbe potuto gestire l’addio di Atene. Non è successo. Ma il punto è che questo problema è stato sottovalutato. E se sottovaluti i problemi, si ripresentano come un cancro. E’ ciò che stiamo vedendo in Italia oggi. Un’Italexit scuoterebbe l’Ue alle fondamenta. Per questo, ora la domanda è: quando l’Europa e in modo particolare la Germania si sveglieranno e si renderanno conto che hanno davanti una questione esistenziale per l’Eurozona e per l’Ue?”.

Quando?Molto dipende dagli eventi economici e dall’emergere di determinati politici“, da Donald Trump al governo populista in Italia. Stiglitz torna indietro al 2012 quando scrisse il libro ‘Il prezzo della disuguaglianza’.Allora scrissi che se l’America non fa niente per risolvere le disuguaglianze, spunteranno dei demagoghi e ne approfitteranno. Certo, non ho anticipato l’avvento di un politico così negativo come Trump – ride – ma che sarebbero arrivati dei demagoghi era prevedibile”. L’Europa è in tempo per salvarsi?Se l’Italia lasciasse l’Ue, provocherebbe una tragedia. Ma se l’Italia resta nell’Ue con le attuali regole allora la tragedia avviene in casa: in Italia, recessione. Quindi, la mia speranza è che il resto d’Europa e in particolare la Germania si sveglino e dicano: ‘Lo vediamo dove va questo treno e vogliamo fermarlo'”.

E’ urgente, perché questo treno corre a velocità folle verso il precipizio.L’euro – continua Stiglitz – è nato come un’ideologia fondata su una dimensione puramente economica, sui tassi di interesse. Ma fare in modo che ci sia anche della solidarietà dentro, significa assicurarsi che l’euro funzioni. Ed è questa la mia critica: è necessario andare oltre l’auspicio che l’euro funzioni, devi creare le istituzioni per fare in modo che funzioni. C’è stata troppa fiducia nel fatto che la semplice esistenza di una moneta unica avrebbe funzionato. Ecco non ha funzionato. E questo ha portato la gente e gli Stati ad allontanarsi invece che convergere”.

Si veda la Brexit, tema ancora intrappolato in nodi che nessun sembra saper sciogliere.La Brexit è lo specchio dei fallimenti dell’Europa e dell’Eurozona – dice Stiglitz – Se ci fosse stata prosperità nell’Eurozona, l’entusiasmo di essere parte di questo club sarebbe stato maggiore“. Ma ora che si fa? “La cosa che mi colpisce di più – risponde il Nobel – è che all’epoca del referendum la questione irlandese era assente dal dibattito pubblico. Nel frattempo la gente ha imparato a conoscere la complessità del problema. E’ come quando fai ricerca: parti dal problema A, poi ti accorgi che invece il problema è B e devi riconsiderare tutto. Quando ci rendiamo conto che le decisioni prese non stanno più in piedi, vale la pena riordinare le idee. “

Parola di Stiglitz, sempre più convinto delle storture di questa globalizzazione, modello cui si è arrivati da “Reagan in poi” a partire dagli Usa, modello che, “dopo 40 anni si può dire: è fallito”, dice il premio Nobel, carico di consigli per un’Europa più sociale a due mesi dalle europee.L’euro funziona solo se i paesi che lo usano sono simili. Ma in Europa non è così, ci sono regimi fiscali che si fanno la concorrenza all’interno della stessa Ue, i paesi si sono allontanati invece che avvicinarsi ed è successo proprio per colpa delle regole dell’euro”. Lo ribadisce con forza “Vanno cambiate”.

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