La Monsanto (Bayer) costretta a risarcire con 80 milioni di dollari un malato di cancro di San Francisco, ammalatosi per un diserbante prodotto dalla multinazionale rivelatosi poi un fattore cancerogeno.
Una sentenza storica ha stabilito che anche le tentacolari multinazionale devono rispondere dei possibili danni alla salute che possono provocare i suoi prodotti che immette sui mercati di consumo, in modo diretto o indiretto.
E’ stata una giuria del Tribunale civile di San Francisco a stabilire che la Monsanto – da qualche anno acquisita dal gruppo finanziario tedesco Bayer leader della chimica mondiale – ha agito in modo negligente non avendo messo adeguatamente (e per tempo) in guardia l’opinione pubblica sui pericoli connessi all’uso del Roundup.
Bayer è stata condannata a pagare 80 milioni di dollari di risarcimento per danni a Edwin Haderman, un cittadino della California malato di cancro, a seguito della sua dimostrata esposizione al diserbante Roundup della Monsanto. La giuria di San Francisco ha stabilito che Monsanto ha agito in modo colpevolmente negligente.
Per Bayer si tratta di un colpo ai suoi grandi sforzi di comunicazione per cercare di sottrarre i suoi prodotti alle accuse di poter causare il linfoma Hodgkin e altri tipi di tumore. Il verdetto contro Bayer era atteso dopo che già al termine della prima fase del processo i sei giurati avevano già raggiunto la conclusione che il prodotto diserbante Roundup era la causa della malattia di Hardeman.
La cifra di 80 milioni, di cui 75 milioni in danni, è decisamente inferiore ai 289,2 milioni di dollari riconosciuti lo scorso agosto da una giuria di San Francisco a Dewayne Johson, ex guardiano di un parco. L’ammontare era stato successivamente rivisto al ribasso da un giudice a 78,5 milioni.
Jennifer Moore, avvocato di Hardeman nell’arringa finale del processo ha messo in evidenza come “una società responsabile dovrebbe testare preventivamente i suoi prodotti da porre in commercio e dire ai consumatori di essere consapevole che possono causare il cancro. Monsanto non lo ha fatto”